Le Colonne d'Ercole (in latino Columnae Herculis, in greco antico Στῆλαι Ἡρακλέους) rappresentano il limite geografico del mondo conosciuto dagli antichi Greci e Romani. Erano considerate la porta di accesso all'Oceano Atlantico e, per estensione, all'ignoto.
Tradizionalmente, si identificano con il monte Calpe (l'odierna Rocca di Gibilterra) e il monte Abila (l'odierno Jebel Musa in Marocco) situati ai lati dello Stretto di Gibilterra. Alcune fonti, tuttavia, suggeriscono altre possibili ubicazioni.
Nella mitologia, le Colonne furono erette da Ercole durante una delle sue dodici fatiche, sia per delimitare il confine del suo viaggio verso occidente, sia per allargare lo stretto permettendo il passaggio delle acque dell'Oceano Atlantico nel Mar Mediterraneo.
Oltre alla loro valenza geografica e mitologica, le Colonne d'Ercole assunsero anche un significato simbolico. Rappresentavano il confine tra il mondo conosciuto e l'ignoto, la sfida alla conoscenza e il coraggio di esplorare ciò che si trova al di là dei limiti stabiliti. Il motto "Nec plus ultra" ("Non più oltre") era associato alle colonne, indicando che non si poteva andare oltre quel confine. Successivamente, quando Cristoforo Colombo raggiunse le Americhe, Carlo V adottò il motto "Plus Ultra" ("Oltre ancora"), simboleggiando la rottura di quei limiti e l'apertura a nuove scoperte.
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